domenica 18 maggio 2014

GABRIELLA IRTINO ovvero GABRIELLA ROSSA DI SANGUE

"A una donna mestruata non si può e non si deve chiedere di essere docile, carina, servizievole, stupida e accondiscendente, perchè non lo è! E, proprio durante i giorni della mestruazione che la donna diventa maggiormente consapevole della propria identità, dei ruoli che è costretta a ricoprire per essere accettata socialmente, delle continue menzogne che deve ascoltare, dire e dirsi!"

http://www.holemestruazioni.altervista.org/
Ho conosciuto "virtualmente" Gabriella in quanto ero interessata al suo libro "Ho le mestruazioni, lasciatemi in pace!". Inutile dire che il titolo mi ha subito incuriosita!
Ho deciso quindi di intervistarla perchè, sempre nella mia idea che le Donne dovrebbero mettersi il più possibile in rete in modo da creare una serie di nodi, in modo che ognuna di noi, in qualsiasi momento della vita, possa avere dei riferimenti, trovare delle risposte che davvero possano risvegliare la sua coscienza femminile che ha origini profonde quanto il mondo.

Gabriella, come descriveresti la Donna ad un extraterrestre che non ha la minima idea di cosa sia?

 Caspita, questa domanda è difficile, proprio non me l'aspettavo! Bè, potrei provarci più o meno così: caro alieno, sono felice che tu sia venuto a trovarci su questo meraviglioso pianeta chiamato Terra. Qui avrai modo di incontrare le DONNE, esseri femminili terrestri magnifici, con una grande energia vitale-sessuale e con un grande potere attrattivo e seduttivo, non solo per gli uomini ma anche per animali, piante, elementi e, probabilmente, anche per voi alieni! Le Donne sulla Terra incubano e creano la vita, e quindi salvaguardano la continuità della specie, ovvero il loro corpo diventa il luogo protetto e nutriente dove prendono forma bambini e bambine, piccoli terrestri che poi usciranno da li e cresceranno, nutriti dalle sostanze che il corpo femminile produce. E' grazie alle donne e all'intelligenza del loro corpo e alla loro sensibilità e attenzione verso ciò che sostiene e alimenta ogni forma di esistenza che la Vita sulla Terra si è evoluta. Per molte migliaia di anni le donne sono state viste e onorate come la Dea, ovvero la presenza divina, misteriosa, sacra, potente, vitale, capace di creare, trasformare, rigenerare, dentro il corpo femminile.

Come spiegheresti ad un Uomo l'essere Femmina?
La femmina umana è ciclica, come la natura, le stagioni, l'esistenza, la luna. E' il suo corpo che è ciclico, risponde a mutamenti preziosi che stanno alla base della capacità di creare e nutrire la vita.
La donna muta, non è sempre uguale: nell'arco del mese, del suo ciclo mestruale, incarna e fa esperienza di diversi archetipi ed energie. E' come se dentro di lei vivessero 4 donne, molto diverse le une dalle altre, con bisogni e caratteristiche differenti. Non è possibile comprendere o parlare di Femminile e di Donna se non si tiene conto della realtà imprescindibile della sua ciclicità e del funzionamento del ciclo mestruale.

L'uomo deve imparare ad avere il coraggio di guardare le donne per quelle che sono e non per come vorrebbe che fossero: Donne che Cambiano, tanto dolci ed accoglienti quanto dure e solitarie a seconda di quello che serve per mantenere l'equilibrio dentro e fuori di sè. Solo in questo modo la vita si rigenera e si perpetua. E anche le relazioni.

Io ho la sensazione che ci sia stato un momento in cui le Donne "si sono perse" o che comunque ci sia sempre bisogno che ritrovino se stesse e i propri ritmi...per quale motivo, secondo te, le Donne che sono così legate alla ciclicità dell'universo, della Natura e delle stagioni, si ritrovano spesso così distanti dalla loro Femminilità?
La cultuta patriarcale e le grandi religioni, per l'occidente il cattolicesimo, le uniche che conosciamo da quando veniamo al mondo, ci insegnano che il corpo della donna è peccaminoso e impuro, (tranne quando è incinta e poi diventa madre), che la sessualità è peccaminosa e impura, che la donna è inferiore all'uomo, che esite una divinità maschile e non femminile alla quale fare riferimento! Crescere in una realtà del genere allontana le donne innanzitutto dall'intelligenza del loro corpo, dalla scoperta del potere, attraverso l'energia sessuale e il piacere, di connetterci direttamente con le capacità di autoguarigione del nostro organismo e con la parte spirituale e divina di noi! In questo modo è impossibile per una donna comprendersi, conoscersi e volersi bene!
La nostra cultura accetta soltanto le prime due fasi del ciclo femminile: la fase follicolare e l'ovulazione. Ovvero, accetta soltanto la donna disponibile sessualmente (al suo compagno) e la madre, la donna che nutre, sostiene e accoglie senza condizioni.
Le ultime due fasi del ciclo, invece, non sono accettate e cercano di essere rimosse: la fase premestruale ed il mestruo, quando la donna non è più molto disponibile, accogliente e servizievole, perchè riconosce che ci sono cose più importanti da fare che continuare ad occuparsi solamente degli altri e rispondere ad aspettative che la allontanano dai suoi bisogni.
Nessuno ci spiega che nella donna vivono molte donne. Noi stesse, facciamo fatica a ricoscerlo prima. E ad accettarlo poi.

La donna che non si sente accettata nelle sue fasi premestruale e mestruale e ha paura di perdere il consenso, l'amore e l'appoggio del partner e della comunità, rischia, per adeguarsi ai voleri altrui, di rinnegare la sua natura ciclica e di soffocare le energie delle ultime fasi. Con esse, limita il suo intuito, la possibilità di andare oltre la superficie, la capacità di decidere il proprio benessere e di rigenerarsi. Cerca di mostrarsi e di essere sempre docile e disponibile anche quando il suo corpo e la sua anima reclamano altri comportamenti, atteggiamenti e scelte consapevoli. E' come se, invece di aprirsi alla vista e all'ascolto interiori, la donna si bendasse gli occhi e si tappasse le orecchie per non sentire l'altra se stessa... che a volte le dice: "Che cosa stai facendo? Sei sicura che è proprio quello che desideri? Sei felice? Di che cosa hai bisogno?"
Facendo così, la donna impedisce a se stessa di crescere ed evolvere. In questo modo ostacola anche la crescita delle sue figlie e figli, e del suo compagno. Della società intera, oserei dire!

Quale futuro vedi per le nostre bimbe?
Grazie ai mass media e alla televisione i modelli femminili diventano sempre più assurdi e lontani dalla realtà. Le bambine, concausa la pessima qualità del cibo-spazzatura di cui spesso e inconsapevolmente si nutrono, raggiungono precocemente lo sviluppo e la maturazione sessuale. Per contro, tutti gli aspetti legati ad uno sviluppo-maturità- responsabilità del diventare donna vengono ignorati: dalla famiglia spesso, dalla scuola sempre, dalla società volutamente.
Così, ci si ritrova ad avere un corpo di donna e a non conoscerlo, a non sapere gestire le proprie energie-potenzialità. Si finisce troppo presto per adeguarsi a stereotipi e ruoli che ci allontanano sempre di più dal vero Femminile...e dalla nostra autenticità-realizzazione-felicità-salute!

Purtroppo, ci sono ancora tante donne che credono che il loro sangue mestruale sia qualcosa di repellente! Secoli di demonizzazione del femminile, della sessualità e del corpo hanno creato questo atroce e svilente pensiero. Si sono mai sentiti discorsi del genere sullo sperma degli uomini?
Un'educazione paritaria deve rendere onore al maschile tanto quanto al femminile. Nelle scuole materne di alcuni villaggi dell'America Latina alle bambine di 3 anni viene insegnato un canto che dice più o meno così: "La mia vulva è sacra e bella" e ai bambini ne viene insegnato un altro: "il mio pene è sacro e bello" (fonte Abuela Margherita). Certamente, crescendo in questo modo non si lascerebbe troppo spazio alle idee aberranti che circolano riguardo ai nostri corpi.
Diventa così importante che la famiglia valorizzi sin dal primo ciclo il sangue mestruale delle figlie. L'arrivo del menarca dovrebbe essere una festa, un riconoscimento del valore insito nel sangue femminile.

E se i nostri figli maschi crescessero in una situazione del genere, rispettosa e valorizzante del femminile, diventerebbero uomini consapevoli, rispettosi, attenti e sensibili.

Ci descrivi brevemente la tua attività e dove-come possiamo contattarti?
Lavoro moltissimo con e attraverso il corpo, il movimento energetico-creativo, la Danza sacra in Cerchio. I miei lavori sono tendenzialmente rivolti alla consapevolezza di sè, dei propri bisogni, delle proprie energie, della vita ciclica e spirituale.
Conduco laboratori teorico-pratici e artistici sulla ciclicità femminile e Tende Rosse, ovvero propongo Spazi Sacri dove le donne possano condividere le proprie esperienze, i propri valori, le proprie ferite.
Oggi, sono molte le Tende Rosse proposte in tutto il mondo. Sono un'opportunità di ricordare e recuperare un senso e un significato dell'essere donna, del potere e la sacralità del femminile, e per stare insieme in una dimensione di "sorellanza", condivisione e scambio.
Mi sono formata con Miranda Gray, autrice di "Luna Rossa" un bellissimo libro sul ciclo mestruale e come Madre della Luna offro le Meditazioni e i trattamenti reiki per la Benedizione e Guarigione del Grembo a tutte le donne che ne sentono il bisogno.

Potete conoscermi meglio visitando il sitowww.holemestruazioni.altervista.org

e il blog

Per contattarmi, richiedere copie del libro, interventi in libreria e laboratori scrivetemi a :



Grazie Laura!!!

Grazie a te Gabriella. Mi porto a casa molti spunti di riflessione. È UN CONTRIBUTO PREZIOSO IL TUO!





mercoledì 7 maggio 2014

Ester, Deepa e l'Acqua

Ester è una Donna, di quelle con la D maiuscola, quelle cioè che hanno la consapevolezza di sé, quelle che non smettono di pensare che il mondo si può cambiare, ma che per farlo bisogna rimboccarsi le maniche, quelle che hanno trasformato la propria Fertilità in Creatività per metterla al servizio degli altri.
L'Acqua è un elemento che appartiene al Femminile, nella sua misteriosa profondità, nella sua capacità di accogliere passivamente, ma anche di diventare imprevedibile, nella vita che scorre celata dalla superficie. L'Acqua si adatta alla superficie, ma è cocciuta e può scavare nella pietra. il corpo nasce nell'Acqua, vive di Acqua, il Ventre materno contiene Acqua. Alla corrente puoi affidare messaggi, nell'Acqua puoi sparire o sprofondare o tornare alle origini. Non so se è questo il significato che Deepa intendeva dare al suo film, ma questo è ciò che mi è rimasto oltre alle suggestioni e agli spunti di riflessione. 
Ester Olivieri, ostetrica volontaria in moltissimi progetti di formazione e a sostegno dell'infanzia abusata in Africa, India - e altri Paesi - e ora in Cambogia per Manitese, ha presentato, in occasione della Giornata Nazionale dell'Ostetrica a Cremona il film Water, di Deepa Mehta appunto, e quindi Ester - Acqua -Deepa si sono intrecciati diventando la mia personalissima Trilogia.
Quando si ha a che fare con storie di profonda sofferenza, sul campo, sulla pelle o nella condivisione empatica in una stanza di terapia, la difficoltà più grande per chi ascolta è attraversare il dolore con la persona e gestire il senso di impotenza che ne deriva. Da spettatori spesso scatta la rabbia, ci si chiede per quale motivo certe persone non riescono a ribellarsi a certe situazioni di sopruso e non si riesce ad accettarne la passività. Ma le persone che soffrono rimangono imprigionate nelle proprie storie, e proprio come in una prigione sono sì rinchiuse, ma ne percepiscono i confini e questo è anche molto rassicurante. Un contesto prevedibile, pur deprivato e violento, è pur sempre coerente con sé stesso, al contrario di un mondo infinito fuori, che fa paura. Si tratta di strategie di sopravvivenza che hanno anche a che fare con la consapevolezza di esistere e con la paura di sparire dalla faccia della Terra. 


Le storie di Dolore scavano solchi profondi e si ripropongono nei sogni, nei momenti di tranquillità e sempre dietro l'angolo sono pronti ad assalire: e allora ci si difende con l'ansia o ci si arrende con la depressione o ci si ribella con l'autolesionismo.
Anche per chi assiste non è facile trovare un equilibrio tra l'impatto emotivo. il desiderio di essere utili e la comprensione che ogni persona ha un proprio equilibrio che non coincide necessariamente con la nostra idea di equilibrio.
Ci sono tuttavia storie che curano. Quando si entra nella vita di una persona, lo si deve fare in punta di piedi e se, con delicatezza e infinito rispetto, consapevoli dei nostri limiti e dei nostri pregiudizi, iniziamo insieme a lei a trovare un senso alla sua vita e alle sue esperienze, seppur terribili, è possibile costruire degli appigli a cui aggrapparsi. 
A volte invece non serve parlare, non serve TIRAR FUORI, come una certa psicologia ci ha tramandato, ma serve creare un contesto sociale e comunitario in cui le persone possano concretamente trovare un proprio ruolo e sentirsi riconosciute come persone, anche questo è terapeutico, ed è quello che accade, ad esempio con il microcredito dove il FARE, il METTERE NELLE CONDIZIONI DI, consente alle persone, alle Donne in questo caso, di vedersi aprire delle possibilità. 
A confronto di questi temi tutte quelle donne che quotidianamente si lamentano di subire le scelte degli altri, dei mariti, dei genitori... potrebbero davvero riflettere e valutare se dinnanzi a sé non hanno veramente possibilità di scelta e cosa realmente fanno per apportare anche piccoli cambiamenti nella propria vita. Perché è vero che per ognuno i propri problemi sembrano grandi, ma è anche vero che allargando il contesto e confrontandosi con realtà più ampie, cambia la scala delle priorità e la percezione di sé nel mondo. Chi è intrappolato in questo meccanismo di passività, che spesso allontana gli altri, anziché avvicinarli, avviando un circolo vizioso, nel momento in cui è pronto per coglierne la disfunzionalità, con un aiuto esterno può certamente uscirne e accorgersi di quanto la fatica finora fatta non abbia generato nulla.
Ma chi ha subito un trauma non lo supera. Il trauma è una cicatrice ed è un gran successo quando ci si ricorda di guardarla prima di compiere il passo successivo, ed ogni volta è Dolore. Ed è lì che il dolore diventa la motivazione.



venerdì 2 maggio 2014

WATER-Il coraggio di amare

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA GIORNATA NAZIONALE DELL'OSTETRICA IL COLLEGIO DELLE OSTETRICHE DI CREMONA VI PROPONE UN INCONTRO CON L'OST. ESTER OLIVIERI CHE PRESENTERA' IL FILM "WATER-Il coraggio di amare" di Deepa Metha.
PER RIBADIRE L'IMPEGNO A LOTTARE CON LE DONNE PER LE DONNE 
Ingresso libero presso Associazione Professionisti, via Palestro 66 Cremona dalle 18.00 alle 20.00

Non conosco questo film. E nemmeno conosco l'ostetrica Ester Olivieri. 
Ma sono molto curiosa, come sempre del resto, di conoscere le storie delle altre Donne. Conoscere le storie è un modo per conoscere sé stessi. Io potrei essere una di loro. Non so per quale caso fortuito io non sto facendo un'altra vita in un posto sperduto nel mondo, nascosta, abusata, sfruttata.
In ogni caso credo che conoscere, ascoltare e soprattutto incontrarsi possa ampliare notevolmente il proprio orizzonte, per decostruire il proprio mondo e ricostruirlo magari cambiando un pochino la propria scala di priorità.
PER LE MAMME che pensano che sia un orario scomodo, che pensano di non poter lasciare a casa i figli e altre motivazioni simili, pensino anche che questi incontri non servono solo a noi, ma che sono fatti anche affinché ogni genitore abbia la possibilità di raccontare il mondo ai propri figli trasmettendo loro l'importanza di creare CONNESSIONI fra la nostra vita e quella degli altri.

mercoledì 9 aprile 2014

IL FIORE DELLA VITA - aperte le iscrizioni

Sono aperte le iscrizioni per il workshop che si terrà ogni mercoledì sera, dal 7 maggio al 25 giugno, dalle 20.00 alle 22.00 preso la sede dell'Associazione Nascere Donna in V. Palestro 6.
Per info, costi e dettagli:
Beatrice Udali 3357780415

giovedì 3 aprile 2014

OGNI PICCOLA DONNA CUSTODISCE UN FIORE...

Mi frullano ancora per la testa le parole di una nota conduttrice televisiva che, parlando del parto, esclamò: "Bhe, non si può certo spiegare ad una bambina di 2 anni come nascono i bambini!".
Mi stonò molto quella frase, ma soprattutto quell'idea, quella che secondo lei ai bambini non si può raccontare una magia meravigliosa come quella della nascita. Poi ho capito che l'incongruenza che percepivo stava proprio nel fatto che lei pensava a SPIEGARE, mentre io intendevo RACCONTARE.
La differenza è enorme, soprattutto se si tratta di comunicare con i bambini riguardo alla sessualità. Spesso è un argomento che di per sé mette in imbarazzo i grandi, quindi figuriamoci quanto possa essere vissuta con disagio l'idea di parlarne ai propri figli piccoli che però chiedono e fanno domande (se sanno che verrà loro data una risposta...). Gli adulti spesso si difendono dal proprio imbarazzo focalizzando la comunicazione sull'informazione, sui contenuti, sulla corrispondenza tra il contenuto e la realtà. I bambini invece, che apprendono più dal modo in cui vengono veicolate le informazioni, ricevono il messaggio che parlare di sessualità (di cui fanno parte anche il concepimento, la gravidanza e dunque il parto), è un qualcosa di...strano...curioso...forse anche tabù...qualcosa che è meglio non chiedere..I genitori si rassicurano e sperano di rimandare la questione al "momento giusto" che idealmente corrisponde alla pubertà, ma che in pratica non arriverà mai...il momento giusto..
Il racconto di un'esperienza invece è fatto di emozioni e di questo si nutrono i bambini; riuscire a collegare un racconto fantastico, metaforico e avventuroso sullo sviluppo del corpo e la nascita della vita credo sia qualcosa di estremamente importante per la costruzione della propria identità e consapevolezza, anche corporea. 
Le bambine in particolare, che in quanto femmine custodiscono dentro di sé i loro organi riproduttivi di cui percepiscono la presenza, crescono solitamente con tutto un immaginario misterioso legato al loro corpo che noi mamme per prime non nominiamo mai; non parlarne significa negarne l'esistenza. Pensiamo quanto sia invece importante per loro riuscire a descrivere e raccontare, in un linguaggio comprensibile, come quello delle favole, il meraviglioso mondo che conservano dentro e che un giorno sboccerà come un FIORE, IL FIORE DELLA VITA

Per questo motivo ho pensato, in collaborazione con Stefania Santi, arteterapeuta, ad un percorso esperienziale, che possa accompagnarci e sostenerci nel creare una nostra storia, la storia della nostra vita, della nostra femminilità, che possa a sua volta essere narrata alle nostre cucciole divertendosi e apprendendo quel nesso profondo che ci lega alla natura, alla sua ciclicità, alla sua intrinseca capacità di autogenerarsi e rinnovarsi continuamente. 
Se perdiamo questa connessione che ci contraddistingue, perdiamo anche la capacità di raccontarci e di trasmettere la nostra essenza alle figlie e poi sentiamo in televisione che non si può spiegare ai bambini come sono nati... :-(

lunedì 30 dicembre 2013

I NOSTRI GRANDI PICCOLI

È faticoso frequentare i bambini, avete ragione. 

Perché bisogna mettersi al loro livello. Abbassarsi.. inclinarsi.. curvarsi.. farsi piccoli? Ora avete torto. Non è questo che più stanca. 

È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’ altezza dei loro sentimenti. Tirarsi.. allungarsi.. alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli.. 

(J. Korczak)


E dopo tanta poesia mi imbatto in una discussione su FB e scopro che c'è chi ancora pensa che parlare e spiegare le cose ai bambini di 3 - 4 - 5 - 6 - anni sia inutile e che "Serve solo al genitore per tranquillizzarsi (utile, per carità) e a qualche autore new age a vendere più libri".

Ringrazio questa persona perché è una delle poche che con la sua disarmante semplicità mi ha scosso, cosa che succede raramente e, probabilmente suo malgrado, mi ha fatto venire voglia di scriverci un post. Non ci guadagno nulla in termini economici, ma forse ci guadagna in visibilità il suo pensiero. Lo voglio quindi divulgare in modo che i miei lettori possano aumentare di numero e godere di queste pillole di saggio senso comune.
Io purtroppo non riesco a beneficiarne, spero ci riusciate voi. Le mie idee non si modificano dinnanzi a tali affermazioni. Quindi rimango convinta che i bambini non abbiano emozioni o idee giuste o sbagliate, ma solo emozioni e punti di vista legittimi. Ho sempre pensato, e da quando i miei figli sono nati, la convinzione si è rafforzata, che gli adulti non abbiano il compito di "correggere" ciò che di sbagliato vedono nei figli, ma di accompagnarli a comprendere le loro emozioni e il mondo circostante, fornire loro gli strumenti per leggere la realtà.
Mi sono sorpresa ad ascoltare i loro racconti, sono rimasta affascinata dinnanzi ai loro disegni, a bocca aperta a sentire le loro domande così semplici e così profonde. Ho sempre pensato che non si possa comunicare con i bimbi con lo stesso linguaggio con cui si parlano tra loro i grandi, ma sono convinta che come i grandi siano in grado di comprendere aspetti e sfumature delle situazioni e delle relazioni, probabilmente in modo molto più profondo ed intenso.
I bambini imparano a fare domande se hanno a fianco adulti che li ascoltano e danno loro risposte. I figli ci chiedono coerenza, non di essere infallibili e a volte bisogna chiedere loro scusa e ammettere gli errori.
Le azioni, i gesti e le parole che danno loro una cornice di senso, rappresentano per i bimbi una mappa per orientarsi. 
Come genitore non mi tranquillizzo nello spiegare le cose ai miei figli, ma mi tranquillizzano i toni emotivi che cambiano, si abbassano, tornano armonici, dopo che ho detto loro "hai ragione ad essere arrabbiato, ma puoi fare un'altra cosa quando senti che arriva la rabbia al posto di alzare le mani o tirare calci".
Non è sempre facile, non sempre ci riesco, ma questo è il mio obiettivo. E a 3-4-5-6 anni, mi godo tutto, o quasi, il loro mondo interiore in una fase unica della loro crescita, che cambierà e so già che mi mancherà.
Vi auguro BUON ANNO. 





martedì 10 dicembre 2013

Cara Mamma...

Ma quante volte sento le donne dire "ai miei tempi non si poteva parlare così liberamente di sessualità", "se mia mamma me ne avesse parlato..."
Siamo davvero così sicure di aver vissuto nel Medioevo??
Com'è che le donne della mia generazione dicono delle loro mamme le stesse identiche cose di quello che dicevano le loro nonne???
A questo punto mi sorge un dubbio: che in realtà le cose non sono affatto cambiate, o meglio, che sia solo cambiata la forma, ma non il senso ed il contenuto. E sapete perché? Perché ogni donna, che sia diventata tale negli anni '60 o negli anni '90, ha dentro di sé tante di quelle lacune, tanti di quei dubbi e di quei timori che ostacolano il sereno fluire della sessualità e della femminilità anche solo nel modo di parlare e si tratta di falle che non si possono colmare con l'informazione. 
Forse oggi ci sono mamme più preparate, che sanno di dover parlare di sesso alle loro figlie, che così si deve fare per essere genitori aperti e previdenti, ma poi abbiamo figlie che commettono gli stessi errori e che hanno le stesse paure. 
Le vere radici del cambiamento hanno radici più profonde. Stanno nel modo in cui accudiamo, rispettiamo, amiamo le nostre figlie. Stanno nel dare il giusto nome a tutte le cose, senza tacere o attribuire nomignoli o vezzeggiativi a ciò che ci mette in imbarazzo. Stanno nel modo in cui noi per prime abbiamo imparato ad amare i sapori, le forme e gli odori del nostro corpo. Stanno nella consapevolezza di essere diverse. 
Non stanno nel passare informazioni dettagliate alle nostre figlie su cose che magari noi stesse non conosciamo bene, ma stanno nel trasmettere un sana curiosità verso tutto ciò che ci riguarda, insegnando alle nostre giovani donne a non smettere mai di esplorare e viaggiare nel mondo delle sensazioni e delle percezioni del loro corpo, ma anche di sapersi fermare quando sentono il disagio e il fastidio.
Stanno nel dire di no noi per prime a chi pretende di salutare le nostre bimbe con un bacio non gradito, affinché esse imparino a loro volta a dire NO.