Stamattina ho fatto una
seduta di agopuntura. Chi la conosce sa che, una volta posizionati
gli aghi in punti specifici, bisogna attendere un tempo
variabile, nel mio caso, mezz'ora. Ora, avendo aghi nella
nuca, lungo un braccio, una gamba, mani e piedi, è poco dire che
avevo una mobilità molto ridotta. In sostanza dovevo starmene
immobile sdraiata sul lettino. Avevo una sensazione di
fastidio, sostanzialmente perché non sapevo come gestire tutto quel
tempo a mia disposizione. In
veste di mamma pensavo che sarei dovuta andare a far la spesa,
ritirare la figlia da scuola, pensavo al pranzo, ai lavori da fare a
casa. A far coincidere gli orari di
tutti. Più pensavo
meno il tempo
passava. È evidente che non sono abituata ad avere tutto questo
tempo per me. Mi
svenute in mente tutte quelle mamme che una volta che hanno ritarato
i propri ritmi sui bisogni dei bambini (per istinto di
sopravvivenza), poi
faticano a recuperare un proprio tempo. A
volte si convincono anche di non averne il diritto e si sentono in
colpa se lo desiderano, lo chiedono o quando
se lo prendono. Ma come quando
si passa dalla luce all'oscurità, piano piano
ci si abitua al buio, e si iniziano a vedere le cose in modo diverso.
Così ho provato a chiudere gli occhi, ad ascoltare la musica e a
rilassarmi. Ho scoperto che quella musica mi piaceva molto e che se
seguivo i suoni arrivavano anche delle immagini. Persa in quel mondo,
il tempo è volato.
Terminata la seduta, sono corsa a prendere la bimba a scuola....
Nessun commento:
Posta un commento