venerdì 7 settembre 2012

TEMPO AL TEMPO


Stamattina ho fatto una seduta di agopuntura. Chi la conosce sa che, una volta posizionati gli aghi in punti specifici, bisogna attendere un tempo variabile, nel mio caso, mezz'ora. Ora, avendo aghi nella nuca, lungo un braccio, una gamba, mani e piedi, è poco dire che avevo una mobilità molto ridotta. In sostanza dovevo starmene immobile sdraiata sul lettino. Avevo una sensazione di fastidio, sostanzialmente perché non sapevo come gestire tutto quel tempo a mia disposizione. In veste di mamma pensavo che sarei dovuta andare a far la spesa, ritirare la figlia da scuola, pensavo al pranzo, ai lavori da fare a casa. A far coincidere gli orari di tutti. Più pensavo meno il tempo passava. È evidente che non sono abituata ad avere tutto questo tempo per me. Mi svenute in mente tutte quelle mamme che una volta che hanno ritarato i propri ritmi sui bisogni dei bambini (per istinto di sopravvivenza), poi faticano a recuperare un proprio tempo. A volte si convincono anche di non averne il diritto e si sentono in colpa se lo desiderano, lo chiedono o quando se lo prendono. Ma come quando si passa dalla luce all'oscurità, piano piano ci si abitua al buio, e si iniziano a vedere le cose in modo diverso. Così ho provato a chiudere gli occhi, ad ascoltare la musica e a rilassarmi. Ho scoperto che quella musica mi piaceva molto e che se seguivo i suoni arrivavano anche delle immagini. Persa in quel mondo, il tempo è volato. Terminata la seduta, sono corsa a prendere la bimba a scuola....

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