giovedì 14 febbraio 2013

CAVALLINO A DONDOLO O TABLET?

Le feste sono passate, ma arrivano compleanni, comunioni e cresime. Ogni genitori si trova di fronte al dilemma di qual'è il regalo giusto per il proprio figlio. Un buon libro è in competizione con un gioco interattivo o un videogioco, allettante e pubblicizzato. Molto più di un buon libro appunto. Così anche noi che vogliamo girare pagine di carta e scoprire nuove e storie e nuove immagini, ci troviamo in competizione con la tv e la pubblicità che ci fanno vedere giochi che si muovono da soli, luci e fuochi artificiali.

"Per il mio compleanno VOGLIO il Nintendo!"

E già lo sai che dovrai contrattare modi e tempi di utilizzo, ingaggiare lotte sopportare  capricci. Ma sai anche che tenerlo occupato mentre te lo porti dietro quando vai in pizzeria, solleva te dalla fatica di sollevare lui dalla noia di stare con tanti grandi.
C'è chi si oppone finché può a cedere all'acquisto di un tablet e chi invece sostiene che tanto vale perché questo sarà il loro mondo, un mondo con cui cerchiamo di stare al passo, pur sapendo che saremo sempre un tantino più indietro di loro che, con questo modo di comunicare ci sono proprio nati.
Bene, ho detto tutte le mie banalità. ORA STOP! RESET! REWIND!
Ci sono almeno un  paio di errori in questo testo.
1. Non si può utilizzare il termine "competizione". Non si può pensare che un gioco annulla l'altro, che un libro è MEGLIO di un ebook. Semplice no? Per quale pregiudizio pensiamo che siano due alternative? Il gioco sano e quello pericoloso? Insomma, se si pensa che siamo in guerra allora è una guerra persa. È come mettere in competizione un buon gelato con un piatto di broccoli cotti al vapore, per un bambino. A mia figlia piacciono molto i broccoli così come ama il gelato e può mangiare l'uno e l'altro, così come impara un sacco di cose giocando al tablet o si perde un pomeriggio con un cavallino di stoffa! 
2. Il videogioco non può essere un modo per sollevarci dall'essere genitori. Sento dire le stesse cose che si dicevano anni fa tipo "È giusto mettere i bambini davanti alla tv?". Insomma, parliamoci chiaro: tutti abbiamo bisogno di momenti di pausa e di svagare la mente così come tutti ci siamo trovati nell'impegnativa situazione di contenere i propri bimbi in contesti non fatti su misura per loro. A mio parere possiamo scegliere tra: costruire situazioni SEMPRE a misura di bambino, aiutarlo a comprendere invece che NON SEMPRE tutto è fatto per lui, ma ci sono anche tempi dei grandi a cui lui può partecipare,  lasciargli il suo tempo per giocare al pc, mentre noi siamo lì e ci interessiamo al suo gioco e sicuramente almeno un'altra alternativa, anziché trasmettergli il messaggio: "toh, tieni il Nintendo e sparisci per un po' che così respiro anch'io"! Anche la fatica stessa di contrattare continuamente le regole del gioco è un importante fase del processo di crescita, in cui si ridefinisce ogni volta la relazione genitore-figli.
3. L'esempio vale più di mille parole. Per quanto tempo i nostri bimbi ci vedono al pc, al cell, col tablet? Ho detto tutto, ed è lo stesso sottinteso al post del CIUCCIO...


lunedì 11 febbraio 2013

Blog Tank: Il primo dono che fai a tuo figlio è il nome



Poche, dense, liquide sillabe. Due al massimo. Nessuna possibile storpiatura. Con queste chiare idee impresse già nella nostra storia di bimbi chiamati, urlati e sussurrati ci siamo immersi nella ricerca per recuperare il suo nome nascosto da qualche parte ma già suo.
La lista dei nomi maschili è rimasta scarna per un po', ma OLMO troneggiava su tutti. OLMO, OLMO...albero solitario e forte. Nome antico, di campagna. Profuma di autenticità e di sano lavoro. Di soddisfazione. Riempie la bocca. Suscita rispetto. Olmo. 
Ma oggi? Un bimbo che si chiama Olmo? Si vergognerà? Lo prenderanno in giro? No, se conoscerà da subito la sua storia, se lo portiamo tra gli alberi e lo facciamo arrampicare sui rami di  olmo. No, se vedrà l'orgoglio di Olmo Dalcò.
Olmo ora ha quasi sette anni. È alto. È amato. È riconosciuto. Ed è il fratellone di Iole...ma questa è un'altra storia...




CORSO DI SOPRAVVIVENZA TRA I BACILLI

No, non mi sono stancata di scrivere. Anzi, in realtà ho tante di quelle idee in testa che mi sembra di impazzire. Motivo? L'influenza stagionale. Questa maledetta influenza non ha nemmeno colpito me! Probabilmente sono diventata così acida e tesa che i bacilli mi stavano alla larga. Marito, figlio 1 e figlia 2 colpiti in successione. Ciò significa, badate bene, che dopo una settimana guarisce uno e comincia l'altro...finisce l'altro e comincia l'altra ancora...per fortuna siamo solo in quattro. Ciò significa anche che se credi di poterti ritagliare uno spazietto per te in ore diurne per dare sfogo ai tuoi pensieri te lo puoi anche scordare. Nel tempo "libero" che ti rimane ci sono mille altre cose da fare e da mettere a posto! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!  OMMMMMMM....Alla fine si spera quasi di potersi ammalare per RILASSARSI il che è grave segnale di perdita di controllo. QUINDI, per non trascinarvi nel mio delirio ritorniamo alla disciplina. 
Alunni decimati. Il primo indice di alto rischio di contagio. 
  • Primo: prepararsi psicologicamente perché prima o poi ci tocca. Come alla roulette russa, chissà a chi toccherà per primo. Di solito non alla mamma, perché per qualche oscuro motivo forse riconducibile al possesso di ovaie, la donna investe tutte le sue energie nella cura degli altri. Proprio in maniera inversamente proporzionale a come l'uomo si abbandona a se stesso lamentandosi. Scusate, mi è salita un po' di acidità, ma il quadro mi ha scardinato lo stereotipo che non ho saputo ricacciare indietro. Scusate ancora.  Come prepararsi? Motivandosi come nei film americani: ripetersi continuamente che ce si può fare. 
  • Secondo: come in tempo di guerra, farcire la dispensa alimentare. Stendere un menu a base di piatti semplici e veloce preparazione. I malati si sa, non hanno tanta fame e si rischia di avere avanzi, quindi meglio materie prime non elaborate e facilmente digeribili. 
  • Terzo: Allertate nonni e amici: quando avrete l'acqua alla gola, uscite di casa altrimenti rischiate di ammazzare qualcuno. Meglio che i figli non vi vedano in questa condizione. Sono naturalmente e benevolmente egoisti, non capirebbero e si sentirebbero in colpa per i vostri malumori. Qualcuno dovrà pur essere disposto ad esporsi al contagio per salvare una famiglia!
  • Quarto: la farmacia. Chi come me usa prodotti omeopatia deve ricontrollare tutte le confezioni di granuli, valutare le giuste combinazioni e le date di scadenza, ovviamente. È opportuno mettere per iscritto la cura da fare scrivendola in maniera semplice, chiara, leggibile senza note o ambiguità in modo che chiunque altro, oltre a voi, riesca a somministrarla (ce l'ho fatta a buttar giù lo stereotipo! YEAH!)
  • Quinto: attendere con pacifica rassegnazione lo snocciolarsi degli eventi.
Ci siamo. Lo so, è più brutta di quanto ci si aspettava, le giornate sono interminabili, la noia è TOTALE. Si tiene tutto vicino: LIBRI, TV, PC, GIOCHI VARI. Cartoni visti e rivisti almeno 300 volte. L'invocazione "MAMMAAAAA!!" aumenta come le contrazioni prima del parto. Almeno una ogni 5 minuti. COCCOLE COCCOLE CALDE AI CUCCIOLI MALATI (questa è la parte più bella, è raro goderseli vicini per così tanto tempo...:-). 


SCENARI APOCALITTICI. Fazzoletti ovunque. Odore di aerosol e oli essenziali. Volti sconvolti. Noi ci aggiriamo leggiadre tra i bacilli che ci scansano.. porta acqua, copri, prepara, metti a posto. Per fortuna c'è l'amica che con i suoi msg ti tira su il morale!

ORA VEDO LA LUCE. CE L'HO FATTA IO, CE LA FATE ANCHE VOI. CORAGGIO.



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