Ok, cari genitori, se avete uno o più figli al di sotto dei 4 anni, iniziate a fare training autogeno perché stanno per arrivare le Feste. Se avete bambini oltre i 4 anni invece, questo post non è per voi: siete ormai perduti e vittime dei giochi pubblicizzati in TV.
Il 13 dicembre da noi è Santa Lucia l'addetta alla consegna dei regali, ma solo ai bimbi che sono stati buoni, altrimenti porta solo carbone (buono anche quello a dir il vero). Si prospettano tempi duri quindi, ma non tutto il male viene per nuocere. Cerchiamo di trovare i lati positivi....
CREARE UN PROBLEMA PER RISOLVERNE UN ALTRO
Sto parlando di di CIUCCIO.
La suzione è un riflesso speciale: si sollecita la pelle presente nel viso (solitamente la guancia), questo comporta il riflesso del bambino a voltarsi verso la parte sollecitata. Si pensa abbia lo scopo di facilitare l'avvicinamento al capezzolo e di conseguenza l'allattamento (dawikipedia). A volte il neonato si mette a muovere la bocca come se stesse succhiando, sia da sveglio che mentre dorme (che beato!). Lui si muove istintivamente ed ecco che la risposta che arriva è un fantastico capezzolo, col profumo della mamma, e sente scivolare in gola il latte più buono che ci sia! A volte non ha nemmeno fame, ma questa strana cosa è talmente bella, riempie così tanto di cibo e di calore che ci riprova (e chi non lo farebbe??). A volte invece ha un fastidio in bocca e vorrebbe mangiarselo quel capezzolo, invece scopre che lo massaggia e lo calma. È chiaro che ben presto, al riflesso della suzione, subentra un aspetto relazionale: forse siamo in due, forse siamo staccati ma non troppo, si sta bene attaccati, anzi, è la cosa più bella del mondo! Per il bambino. Magari per la mamma un po' meno se si sente bloccata, troppo dipendente dalle richieste del pupo. Qualcuna se lo tiene in fascia, sempre addosso, così può pure ciucciare e la mamma può fare le sue cose, altre invece fanno comparire il magico ciuccio. Dopo averlo scelto, cosa non facile dati gli innumerevoli modelli in circolazione che tentano di imitare il più possibile la tetta senza mai riuscirci, lo propongono al bambino al fine di soddisfare il suo bisogno di succhiare quando non ha fame, di non tenerlo sempre attaccato alla tetta, calmarlo, metterlo nel passeggino, addormentarlo e così via. Non sempre la cosa va a buon fine perché ammesso che il pupo decida che il ciuccio possa fare al caso suo (i miei non l'hanno mai voluto), poi magari preferisce comunque stare in braccio, o comunque non dorme, o strilla fino a far saltare i nervi e a ottenere la sua beneamata tetta. Comunque, poniamo il caso che anche tutto ciò vada a buon fine, ora viene il bello: il bambino non ne può più fare a meno, così la mamma è costretta a comprarne di nuovi, ma sempre dello stesso modello e della stessa marca. altrimenti si rischia la tragedia del rifiuto. Alcune, con l'inganno, ne tengono 2 facendo credere che è uno solo, intanto il bimbo ne ciuccia due e, all'occorrenza, si butta il più vecchio senza che se ne accorga!
Chi si occupa di favorire l'allattamento al seno sconsiglia il ciuccio almeno almeno nel primo mese, per consolidarlo, perché viene considerato una sorta di interferenza nel processo di stabilizzazione delle poppate. Chi parte con un allattamento artificiale invece, ha necessità di mantenere un certa distanza tra le poppate, per questione di tempo di digestione, e quindi il ciuccio può davvero sostituire la tetta. Ma non c'è nessun motivo per cui il bambino necessita per forza di un ciuccio: il bambino nasce già con tutto ciò che gli serve e quello che non ha glielo da il copro della madre. Chi mi segue su Fb vede pubblicate le foto di mamme di tutti gli angoli del mondo con appresso i loro cuccioli mentre vanno in bicicletta o lavano i panni nel fiume; difficile vedere un ciuccio, non tanto perché non ne hanno la possibilità, quanto perché semplicemente è SUPERFLUO.
Lo so che qualcuna sta pensando che se non si da il ciuccio allora i bimbi rischiano di "prendere il vizio" di ciucciarsi il dito (Il ciuccio lo togli, il dito no!). So anche di bimbi con il palato deformato dalla suzione del dito, ma qui si entra in un ambito diverso: la rassicurazione nei momenti di tensione, dell'addormentamento, il desiderio di rilassarsi ed essere rassicurati. Spesso l'associazione di queste cose con la suzione del dito è casuale: il bimbo si trova la manina vicino alla faccia, inizia a succhiarla, e scopre il dito, molto comodo. Questa associazione, con un po' di costanza e attenzione, si può cambiare e sostituire con qualcosa di meno "dannoso", magari una copertina, o un altro oggetto. Quello che Winnicott chiamano "oggetto transizionale", ovvero, la copertina di Linus, quell'oggetto che gran parte di noi si ricorda con affetto e magari conserva ancora, seppur tutto sbrindellato (io avevo Balù, un orsetto di peluche tipicamente anni '70, giallo e marrone...che tragedia quando si staccò il naso!). Ma se entriamo superficialmente nella logica che "al bambino serve il ciuccio" (so di nonne che lo infilavano in bocca di nascosto ai nipoti...) è poi facile scivolare nel darglielo appena il bimbo prova a piangere o magari si è in un luogo pubblico e i suoi gridolini danno fastidio. Ricordo questa scena in una gelateria: nonna e mamma con la bimba di circa 6 mesi in braccio; cono gelato in mano alla mamma e alla nonna (quale tentazione!). Si sarà chiesta quella bimba quale delizia potrebbe mai essere quella cosa da leccare? Da come la guardava direi di sì: la fissava e si tendeva per prenderla, mentre la mamma gliela allontanava. La bimba ha iniziato ad emettere suoni e la gente intorno si è girata, così, prontamente, la mamma le ha messo il ciuccio in bocca. La bimba si è rassegnata e si è girata dall'altra parte. Beh, io ho trovato questa scena molto triste. Alla fine il ciuccio serviva alla mamma e la bimba l'aveva capito così bene che si è immediatamente rassegnata.. Ad un certo punto accade l'irreparabile: il bimbo non ne può fare a meno e al genitore fa comodo. Il passaggio successivo è quello più "rischioso": si inizia a dire al figlio che è grande per avere ancora il ciuccio (che gli abbiamo dato noi), che si deve separare da qualcosa che nella vita della coppia madre-bambino ha avuto un significato davvero importante e lo deve fare dall'oggi al domani. é come se ci dicessero che dobbiamo fare a meno di una mano perché siamo grandi, insomma, è una parte di noi, di cui non riusciamo a pensare di poterne fare a meno. Ma questo si chiede ai bambini di farlo con estrema superficialità, senza pensare che il problema l'abbiamo creato noi: quante volte si sente dire "ma ancora quel ciuccio???). Però tranquille, questo dà lavoro agli psicologi, agli educatori e ai pedagogisti, che posso fare gli esperti nel distacco dal ciuccio...
(vedi anche CAOS E SUPER NANNY)
L'ABBIAMO FATTO PER LORO
Ci
sono le mamme lavoratrici che son sempre di corsa, poi ci sono le
casalinghe e quelle né carne né pesce come me, ovvero, quelle che
sono un po' a casa un po' no.
Tutte
però, dobbiamo incastrare tutto, specialmente se abbiamo figli di
età diverse. Dobbiamo occupare il tempo ai figli se siamo via,
organizzare il nostro se vogliamo essere a casa, ma dopo anni passati
a giocare a Tetris con gli impegni di tutti membri della famiglia,
nonni compresi, le casalinghe e quelle a metà, con l'inizio della
scuola ad orario pieno, non sanno che farsene di tutto quel tempo a
disposizione!! I figli escono alle 4 del pomeriggio: bene, si possono
fare un sacco di cose no? Le strade possono essere almeno 2: la via
del relax o quella del recupero. La via del relax ha obiettivi come
leggere il libro che da almeno un anno risposa sul comodino,
depilarsi, dormire, guardare i programmi tv meno impegnativi, fare
sport, fare shopping... la via del recupero invece punta su: fare le
pulizie arretrate (sopra l'armadio, i vetri..), fare spesa, cucinare
per portarsi avanti, fare il cambio degli armadi...In entrambi i casi
tuttavia la fatica è enorme! Che cosa c'è di faticoso nel leggere
un libro sul divano? Beh, prima di tutto manca l'abitudine!!! Ne ho
trovate un po' su fb stamattina...ci incoraggiavamo..la conversazione
procedeva più o meno così: espressione della gioia per il figlio
che va a scuola, considerazioni sull'inedito stato di solitudine,
comunicazione sull'orario di ritiro figli, incoraggiamento...Io mi
son fatta una lista delle cose da fare-non
fare-pagare-pulire-scrivere, mi piace tirarci sopra le righe una
volta fatte. E quando finirà la lista? Almeno mi sarò depilata?
LET'S GO BABY, DANCE!
Quest'anno
il seienne si è scoperto un fedelissimo della BABY DANCE. Chi la
conosce sa cosa significa. Chi la conosce vorrebbe evitarla, ma non
può. La baby dance si subisce. “Mamma, non so perché, ma mi piace
fare questi balli” sentenziò il primo giorno di vacanza. La
treenne, che la chiama MEMYDENS invece, appare tuttora scettica:
vorrebbe lasciarsi andare, ma teme di non essere capace. Quindi prova
le mosse di nascosto. In effetti abbiamo notato altri bambini che ad
un tratto, in spiaggia od ovunque si trovino, si isolano per
ripassare le mosse del Pulcino Pio, il tormentone di questa vacanza.
Vi suggerisco, se non conoscete l'argomento, di informarvi e di
ascoltare la canzone almeno 10 volte consecutive prima di esprimere
un giudizio: è la ripetitività che genera la disperazione dei
genitori (gli animatori invece sembrano sempre felici..). Vi metto
anche il link, così non avrete scuse:
http://www.youtube.com/watch?v=juqyzgnbspY.
Non si può non sapere che fine fa il Pulcino Pio. In passato ci
avevano tormentato con il misterioso interrogativo che non mi
lasciava dormire: ma come caspita mai farà 'sto coccodrillo???
Quest'anno finalmente ho scoperto la risposta:
http://www.youtube.com/watch?v=Q-tsGYQ_0wo
Ora son più serena.
Ma
torniamo a noi: eravamo al punto in cui alcuni bimbi diventano degli
irriducibili dei balli di gruppo, mentre altri si nascondono
timidamente e non si espongono finché non si sentono sicuri. Non
hanno tutti i torti in effetti, perché questi balli son pericolosi,
ammettiamolo: se sbagli direzione rischi di essere travolto dagli
irriducibili!
Troppo
vicini, poi troppo lontani..il gruppone si muove cercando di seguire
il ritmo. La mia piccola mi preoccupa: ho notato che imita le
coreografie di Rihanna, ma insiste a non esporsi col Pulcino, spero
non abbia altre ambizioni. Le mamme osservano orgogliose i loro
cuccioli cimentarsi coi balli: cuore di mamma! Come brillano gli
occhi alla prima piroetta! I papà di solito si appisolano. Qualcuno
però non resiste e si cimenta pure lui. Le mogli osservano i mariti
ed il bagliore degli occhi sparisce per lasciare spazio a matte
risate. Le donne però fan fatica a rimanere ferme: è probabile che
siano culturalmente portate ad esibirsi, a maggior ragione se hanno
la scusa dei figli, così le vedi scuotere il fondoschiena coi balli
latini e scavicollarsi col Ballo del cammello. Qualcuna, povera, non
può: il figlioletto piccolo non vuole. Lei tenta di muovere le
braccine del pupo, ma lui non ne vuole sapere, così le tocca star
seduta col bimbo in braccio, ma lei vorrebbe essere là, sotto i
riflettori. O sotto il sole, perché, non so da voi, ma qui i balli
vanno a ripetizione a intervalli regolari: la mattina, il pomeriggio,
la sera. Se piove si spostano i tavoli perché l'imperativo è:
LET'S GO BABY,
DANCE!
Pubblicato anche qui: http://www.genitorichannel.it/famiglia/vita-quotidiana/la-baby-dance.html
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