lunedì 24 settembre 2012

LATTE ARTIFICIALE O LATTE MATERNO? Ci risiamo...

Ecco, ci risiamo...chissà perché (domanda retorica ovviamente) in concomitanza con la settimana dell'allattamento materno, arrivano i soliti post o articoli sul tema "latte materno vs latte artificiale"(es. leggi qui, ma non è l'unico). Ora, è chiaro che sia da una parte che dall'altra ci sono delle buone ragioni per cui una donna allatta o meno...va bene, riassumiamole un secondo: LA DONNA ALLATTA perché ci crede, perché si sente appagata, perché lo trova sano, perché lo trova comodo, perché è stata sostenuta da persone che l'hanno correttamente informata e accompagnata verso la scelta giusta per lei, LA DONNA NON ALLATTA quando subisce un distacco troppo precoce o prolungato (es. cesareo o ricovero in terapia neonatale) dal suo bambino, che, senza un adeguato accompagnamento, può ostacolare la montata lattea, perché lo trova scomodo e stancante, perché non è valorizzata e sostenuta dalle persone più vicine, perché teme di "rovinare" il seno. Li ho sintetizzati tutti? Volete aggiungere qualcosa? Fate pure, nei commenti. I punti fondamentali su cui si è tutti d'accordo? Eccoli: la donna deve essere il più serena possibile e sentirsi a suo agio in quanto è chiaro ormai che questo si ripercuote sulla relazione madre - bambino. In secondo luogo: la donna è bombardata da informazioni contraddittorie che la rendono insicura e indecisa, informazioni che fanno leva sulla sua fragilità, in un senso o nell'altro, facendole sperimentare a volte, senso di colpa e senso di inadeguatezza. 
Io credo che non sia tanto il contenuto il punto su cui focalizzare la discussione: nessuna consulente per l'allattamento con un po' di buon senso forzerebbe una donna ad allattare se non se la sente, o se intuisce che questo potrà ripercuotersi sulla gestione e la cura del bambino, è ovvio che i bimbi allattati artificialmente riceveranno lo stesso amore di tutti gli altri ed è altrettanto ovvio che il latte materno, in quanto specie-specifico, non può che essere in assoluto l'alimento più adatto. Il punto su cui portare la riflessione, affinché sia produttiva, dovrebbe focalizzarsi sul meccanismo in cui, come al solito, le donne che partoriscono si ritrovano intrappolate ovvero che si trovano a dover fare da campo di battaglia su cui si scontrano dinamiche commerciali, politiche, sociali e mediche, campo su cui ognuno cerca di portare avanti un proprio tornaconto (la ditta che produce il latte, il medico che ha bisogno di mantenere il suo ruolo di esperto, la puericultrice che porta avanti la sua teoria indipendentemente da chi ha davanti perché coi suoi figli ha fatto così e chi più ne ha più ne metta!). Sono convinta che la donna sa qual'è la decisione giusta per il suo bambino e sarà quella che prenderà quando si sentirà libera da condizionamenti e, in mezzo a tutto questo rumore, riuscirà ad ascoltare il suo buon senso, buon senso che tutte le riviste dedicate alle mamme e tutti gli esperti in circolazione sembrano volere annientare anziché sostenere! 


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